Ad un anno di vita Gianfranco Baieri viene affidato dalla madre
al collegio del Bambin Gesù di Roma. Dopo alcuni anni di
collegio, il 16 gennaio 1946, all’età di soli sette anni, viene
portato al reparto per bambini dell’ospedale Psichiatrico S.
Maria della Pietà di Roma, da allora non è più uscito. La storia
di Baieri è comune a molti altri bambini “fuori posto” nella
società e quindi reclusi nei reparti infantili dei manicomi. Per
Gianfranco il muro del manicomio diventerà il confine del
mondo. Sarà lui stesso, diventato adulto, a suggerire al medico
la diagnosi psichiatrica per passare ai padiglioni per adulti.
La vena creativa di Gianfranco esplode negli anni ottanta con il
suo passaggio al Padiglione ottavo del S. Maria della Pietà,
dove, grazie ad una maggior apertura, insieme con altri
ricoverati e operatori da vita ad un laboratorio di pittura.
Baieri è morto il 7 giugno del 1999 a pochi giorni dalla
definitiva chiusura del manicomio di Roma. Chiusura che
rifiutava con tutto se stesso perché per lui il S. Maria della
Pietà era la sua casa. La prospettiva di andare a vivere in una
residenza psichiatrica, non lo invogliava.
L’artista si esprimeva principalmente attraverso le “puntigliate
di colore” e quello che lui chiamava “il quadrettato”, cioè
tracciare dei riquadri nei quadri. Ogni quadro costituiva una
storia, anzi, frequentemente un quadro dava occasione
all’autore di inventare più racconti fantastici con cui intrattenere
amici e visitatori. Le figure simboliche ricorrenti nelle sue opere
sono: la madre-madonna, i bambini, l’orologio “ferma tempo”,
la nave simbolo del viaggio ed infine le ceste, sempre colme
d’ogni ben di dio.
GIANFRANCO BAIERI
In his first year of life, Gianfranco Baieri is left in the “Bambin
Gesù” boarding school in Rome by his mother. Some years
later, on the 16th January 1946, aged six he’s brought in the
children ward of the “Santa Maria della Pietà” Psychiatric
hospital. He never got out.
His story is common to that of many “out of place” children,
who were sent in the children wards of asylums. In
Gianfranco’s eyes, the asylum walls come to represent the
borders of the world. As a grown-up he suggests a psychiatric
diagnosis to his doctor, in order to be moved in the adult
section.
Gianfranco’s creative burst happens in the 1980s when he
moves in the “8th Pavillon” of S. Maria della Pietà, where with
some patients and operators he sets up a painting workshop.
Baieri died on the 7th June 1999, a few days before the
definite closure of asylums in Rome, which he refused with all
his being. To him Santa Maria della Pietà was his house. The
perspective of being sent away, in another psychiatric
residence, didn’t look desirable to him.
As an artist, he preferred dots of colour and what he defined as
“squared”, which consists in drawing squares in squares.
Each painting represented at least one story. The author would
choose many different fantastic tales to tell his visitors in
connection to his drawings. His most frequent figures are: the
mother-virgin Mary, kids, the “stop-time” clock, the ship
symbol of long travels and baskets full of everything you could
desire.
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