“Sono nato ad Ajaccio nel 1936. Quando ero ancora giovane,
una sera in stato di ubriachezza, sono stato arrestato per aver
dato fuoco ad un pagliaio. Ho trascorso due anni nel
manicomio criminale di Aversa, poi sono stato trasferito al
manicomio di Imola da cui sono stato dimesso poco dopo. Ma
dopo qualche tempo, dopo una notte trascorsa fuori casa, mi
sono ritrovato di nuovo al manicomio.” |
Giuseppe Tradii è stato internato per trent’anni all’interno di un
reparto dell’Ospedale Psichiatrico di Imola (Bologna). La sua
creatività si è liberata durante un periodo di apertura del
manicomio e di autogestione del reparto. I murales che ha
dipinto un po’ ovunque sui muri e sulle porte del reparto sono
stati riconosciuti come beni culturali dal Comune di Imola. |
In qualunque luogo si trovi, la porta indica sempre una soglia |
controllata e la domanda che bisognerebbe farsi per cogliere il |
rapporto fra controllori e controllati è: “Chi gestisce le chiavi |
della porta?” |
Adriano Pallotta, un veterano degli infermieri, racconta che al |
S. Maria della Pietà, il manicomio di Roma, la chiave della |
porta di ingresso del padiglione era tutta dorata, “a tre giri”, il |
responsabile era un infermiere che svolgeva unicamente quella |
mansione. Fu battezzata “la chiave del paradiso”. |
GIUSEPPE TRADII |