Il carcere penale di Rebibbia (RM), negli anni novanta era dotato di una sezione per persone giudicate inferme di mente che provenivano dal circuito degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Il Progetto Ulisse nasce dall’incontro solidale fra alcuni prigionieri del carcere penale e i reclusi di questa sezione separata. Il progetto, attuato con il sostegno degli operatori carcerari, del circolo sindacale cattolico Acli e di alcuni artisti, aveva l’obiettivo di allestire strutture e attuare progetti che consentissero anche a queste persone di scontare la pena nelle forme alternative e di uscire. Esso si fondava inoltre sul principio che per chiudere il manicomio giudiziario il miglior modo fosse quello di cominciare a svuotarlo.
In questo quadro furono istituiti due laboratori: l’atelier di pittura, che sfociò in una mostra dal titolo “Una motta nonna, quaranta quadri per andare oltre il manicomio criminale”; e un laboratorio teatrale che mise in scena l’opera “Nella testa ho un campanello”.
Al laboratorio di pittura organizzato da Domenico Giglio aderirono: Giulio Vanacore, Tito Graziantonio, Antonino Giordano, Antonio Veneziano, Mario Piergrossi.

PROJECT "ULYSSES".

Rebibbia is penal prison that in the Nineties was endowed with a section for the “mentally ill” coming from the Judiciary Psychiatric Hospitals circuit.
“Project Ulysses” is born from the meeting of some “ordinary” prisoners and some convicts of this special section. The project was realized with help of some prison operators and sustained from the catholic environment Acli. Some artists organized structures and promoted projects that would allow to these people the chance to endure the sentence in “alternative” ways and to exit their cells once in a while. It was grounded on the principle that in order to obtain a definite closure of those judiciary asylums the best way was beginning to empty it.
In this situation two workshops were founded: the painting atelier that ended in an exposition entitled “Una motta nonna, forty pictures to go beyond the criminal asylum”; and the theatrical workshop that presented the play “In my head there’s a bell”.
To the painting atelier organized from Domenico Giglio took part: Giulio Vanacore, Tito Graziantonio, Antonino Giordano, AntonioVeneziano, Mario Piergrossi.

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